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Allergia al polline di betulla e alla frutta a guscio? Cause delle allergie crociate

Chi si ritrova a starnutire con gli occhi arrossati per colpa di un’allergia al polline può manifestare reazioni allergiche anche alle mele o alla frutta a guscio. Ecco come nascono questa e altre reazioni crociate.

Gesti come accarezzare un gatto o fare una passeggiata all’aria aperta possono rappresentare un problema per una persona allergica. Il sistema immunitario reagisce con un’eccessiva sensibilità a sostanze come il polline, i peli di animali o alcuni alimenti. Le allergie possono manifestarsi in vari modi, per esempio con lacrimazione e prurito agli occhi, starnuti o disturbi gastro-intestinali come la diarrea. Esistono allergie alimentari, ai pollini, ai peli di animali e possono subentrare anche allergie crociate.

Cosa determina una reazione crociata?

Si parla di allergia crociata o di reazione crociata quando una persona starnutisce o lacrima per un’allergia al polline, per esempio, e parallelamente dimostra un’eccessiva reattività a determinati alimenti come la frutta secca o le mele.

Gli allergeni contenuti in alcuni pollini e in alcuni alimenti a volte sono così simili da scatenare una reazione crociata oltre all’allergia originaria. Questo accade perché il sistema immunitario non riesce più a distinguere tra le strutture superficiali («epitopi») degli allergeni, come ci spiega Oliver Das, allergologo e specialista in dermatologia e venereologia FMH. Generalmente si tratta di sequenze proteiche. Il contatto con l’allergene può avvenire attraverso diverse mucose (occhi, naso, bocca o polmoni).

Le reazioni crociate più frequenti e i loro sintomi

Le principali reazioni crociate

secondo il Centro Allergie Svizzera (aha) e il Dipl. med. Oliver Das

  • Polline di betulla, ontano, nocciolo
    Frutta a granella e a nocciolo (mele, pere, prugne, albicocche, ciliegie ecc.), nocciole, noci, mandorle, pomodori (crudi), carote, sedano, mango, avocado, finocchio, kiwi, litchi
  • Polline di artemisia
    Sedano, carote, finocchi, carciofi, camomilla, senape, aneto, prezzemolo, coriandolo, cumino, anice, semi di girasole
  • Polline di graminacee
    Arachidi, lupini, patate crude, soia, kiwi, pomodori
  • Acari della polvere
    Gamberetti, astici, aragoste, granchi, lumache
  • Lattice
    Avocado, banane, castagne (vermicelles, marroni), kiwi, papaia, fichi, paprica
  • Piume di uccelli
    Uova di gallina (tuorlo)

Circa il 70 percento delle persone che soffrono di allergie ai pollini arborei ha reazioni crociate verso determinati alimenti. Particolarmente allergenico è il polline della betulla. Secondo il Centro Allergie Svizzera (aha), le betulle sono una causa frequente di reazioni crociate ad alimenti come mele, frutta a guscio, frutta a granella e a nocciolo cruda o fragole (v. tabella). Anche il polline delle graminacee può causare reazioni crociate, ma con minore frequenza.

Nella maggior parte dei casi, i sintomi di una reazione crociata sono quelli di una sindrome allergica orale: bocca e gola iniziano a prudere, si sente la lingua come impastata e la mucosa della bocca o le labbra possono gonfiarsi. Inoltre, possono sopraggiungere congiuntivite o disturbi asmatici. Chi soffre di neurodermite spesso reagisce con un peggioramento dei sintomi tipici del disturbo. Più raramente si verificano problemi gastro-intestinali, che possono manifestarsi anche come una sensazione di malessere generalizzata. La sindrome allergica orale non è certo piacevole ma, se non altro, non è pericolosa. A patto, però, che non subentrino altri disturbi.

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Cosa succede durante uno shock anafilattico?

Le reazioni allergiche diventano pericolose quando smettono di essere localizzate e provocano sintomi anche in altre parti del corpo. Il sistema immunitario in questo caso non reagisce più localmente ma in modo sistemico, ossia coinvolgendo tutto il corpo. La conseguenza può essere una reazione potenzialmente letale come lo shock anafilattico. Oltre che dal cibo, uno shock anafilattico può essere scatenato da punture di insetti o allergie ai farmaci. In questo caso di parla di allergie «di tipo immediato».

In una reazione anafilattica, il sistema immunitario rilascia diversi trasmettitori, tra cui l’istamina. Questo provoca il rigonfiamento delle mucose e la dilatazione dei vasi sanguigni. Il gonfiore nella zona della gola può causare soffocamento e la vasodilatazione provocare un «ristagno» del sangue, che non permette un’irrorazione sufficiente degli organi vitali e può portare di conseguenza a un arresto cardiaco.

Cos’è un’allergia di tipo immediato?

In un’allergia di questo tipo, il corpo reagisce nel giro di pochi minuti. Anche l’allergia ai pollini, per la verità, può scatenare sintomi molto rapidamente. Finché questi non variano, però, la situazione non rappresenta un problema. Oliver Das spiega il fenomeno con l’esempio della puntura di un insetto: se si gonfia solo la zona della puntura, anche sensibilmente, non si tratta di un’allergia pericolosa. Se invece il prurito si estende a tutto il corpo o subentrano difficoltà respiratorie, siamo in presenza di una reazione sistemica potenzialmente mortale.

Quali sono le allergie alimentari più frequenti?

Il 2-6 percento della popolazione svizzera soffre di un’allergia alimentare, con un’incidenza più alta tra i bambini rispetto agli adulti. I fattori scatenanti sono spesso diversi tra le due fasce d’età. Nei bambini in Svizzera, gli allergeni più frequenti sono il latte vaccino, le uova di gallina e la farina di frumento, le arachidi e la frutta a guscio, e più raramente la soia o il pesce. Negli adulti invece, i principali responsabili sono mele, noci e nocciole, kiwi, sedano e carote. A volte perché si manifesti una reazione allergica è necessaria la concorrenza di diversi fattori: uno sforzo fisico, per esempio, può portare a uno shock anafilattico, potenzialmente mortale, se precede di due ore o segue di quattro-sei ore l’assunzione dell’allergene.

Un arcano senza soluzione

Breve intervista con Oliver Das:

Perché alcune persone sviluppano reazioni crociate e altre no?

Oliver Das*: Il sistema immunitario è molto complesso e non conosciamo ancora le sue reazioni in ogni minimo dettaglio. Il suo compito è proteggere il corpo dalle malattie causate da virus o batteri. Nel caso delle allergie, reagisce a proteine di fatto innocue come se fossero dannose. Le possibili cause hanno a che fare con la predisposizione genetica e con fattori ambientali, tra cui il modo e il luogo in cui ciascuno di noi è cresciuto, per cui è impossibile prevedere se una persona svilupperà una reazione crociata.

Perché le allergie possono manifestarsi all’improvviso, per esempio anche solo in età adulta?

Il sistema immunitario è un sistema dinamico e, come tale, reagisce a infezioni, malattie e ad altri influssi ambientali, che possono effettivamente verificarsi a qualsiasi età. Il perché la reazione crociata si manifesti proprio in quel momento specifico, però, non è ancora chiaro.

Perché le allergie possono anche semplicemente sparire?

Proprio per questa dinamica può capitare anche che un’allergia «si esaurisca», cosa che capita più facilmente quando la persona allergica riesce a evitare il contatto con l’allergene in questione per un lungo periodo di tempo.

Ritornando alle reazioni crociate: ha senso rinunciare preventivamente a un alimento, per esempio smettere di mangiare mele se si è allergici al polline di betulla?

È innegabile che rinunciare alle mele riduca il rischio di sviluppare un’allergia di questo tipo. Non si può però sapere con certezza se mangiarle darà luogo a una reazione crociata oppure no. Bisogna fare anche delle distinzioni in base al tipo di mela: le varietà più antiche, per esempio, sembrano essere più sicure. Spesso scaldare l’allergene lo rende meglio tollerato. Senz’altro può avere senso evitare l’allergene in questione nella stagione del polline a cui si è allergici. Durante la stagione pollinica, infatti, il sistema immunitario è molto attivo e sensibile ed è opportuno fare attenzione.

E quindi, consiglierebbe o no a chi è allergico di rinunciare alle mele?

Da medico sì, lo consiglierei. Oppure consiglierei di cuocerle perché la cottura altera le strutture proteiche. Alla fin fine, però, si tratta di una decisione individuale e ognuno deve valutare il rischio in base al proprio caso specifico.

di Susanne Schmid Lopardo,

pubblicato in data 06.03.2019, modificato in data 14.03.2023


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