Il training autogeno è una sorta di autoipnosi. Aiuta a combattere lo stress e favorisce una quotidianità più rilassata.
Oggi rappresento un esempio perfetto di persona che ha un urgente bisogno del training autogeno. Sebbene mi sia proposta di raggiungere serenamente il Welle 7, sono arrivata correndo sul posto poco prima di iniziare il training. La Scuola Club è al quarto piano. Ma devo ancora fare pipì. Entrando in ascensore, mi viene in mente che ho anche fame. Compro velocemente una banana. Che però non posso mangiare perché non mi è rimasto più tempo. Corro poi verso lo spogliatoio e in poco tempo ho già indossato i pantaloni da ginnastica, ma il bagno era occupato. Non mi resta che andare al training! Il battito è accelerato, la rabbia nei miei confronti alta: è incredibile come riesca sempre a mettermi stress inutilmente.
Proprio là nella palestra inondata di luce con le pareti in vetro, assisto a una sorta di illuminazione. Una donna dal viso rilassato e un’aura di pace che siede davanti sul tappetino ci spiega cos’è il training autogeno: «Si basa sulla capacità di riuscire a influenzare il nostro linguaggio corporeo con il potere dell’immaginazione e l’autosuggestione», afferma. «Possiamo usare questa tecnica di rilassamento anche nella vita di tutti i giorni ed evitare così situazioni che ci mettono tensione.»
Quindi, non bisogna più arrabbiarsi perché dobbiamo correre a prendere l’autobus, perché arriviamo troppo tardi e ce ne andiamo troppo tardi. L’insegnante lo sa bene per via della sua vasta esperienza personale. Tuttavia soltanto allenandosi regolarmente si raggiungono tranquillità e calma: «Si diventa più calmi e tranquilli, risvegliando e rendendo più chiara la propria consapevolezza.» (Continua a leggere qui di seguito...)
Yvonne Trüssel ci dice di metterci in posizione supina, sentire la pesantezza dentro di noi e di andare più a fondo ogni volta che espiriamo. I pensieri percorrono il mio corpo, provo a sentire le spalle, a lasciarle cadere e a rilassarne i muscoli.
Dimentico che dovevo fare pipì. Anche che avevo fame e sete. Faccio attenzione al mio respiro e seguo le indicazioni. L’insegnante ripete più volte le istruzioni. Queste formule sono semplici e hanno qualcosa di ipnotico. È proprio vero: questa tecnica di rilassamento è infatti una lieve autoipnosi.
Ho la sensazione che sia passato poco tempo quando dice: «Fermate le braccia, stendetevi, inspirate ed espirate profondamente, aprite gli occhi.» Si ritorna. Praticamente è come se ci fossimo risvegliati.
Credo di averne ancora bisogno. Sono curiosa di capire quanto siamo in grado di influenzare noi stessi mentalmente. Yvonne Trüssel ha raccontato anche la storia di un uomo che con l’aiuto del training autogeno è riuscito a sopravvivere per molte settimane quasi senza dormire e mangiare. Io però non ho bisogno di una cosa così estrema. Mi basta avere meno stress durante il giorno.